Portico di Betilieno Varo
Il Portico è noto attraverso un’iscrizione di età tardo-repubblicana. Edificato alla fine del II sec. a.C. nell’ambito di una monumentalizzazione urbanistica dell’antica Aletrium, si inserisce in un più ampio progetto di trasformazione architettonica voluta dalle aristocrazie romane nel periodo tardo-ellenistico, insieme a Terracina, Lanuvio, Palestrina, Nemi, Tivoli, Gabii, etc., testimonianza importantissima dell’architettura di fine II sec. a.C. di area laziale.
Del portico, sicuramente una delle opere più importanti fatte realizzare da Lucio Betilieno Varo durante le sue censure, rimane una buona parte del canale di scolo delle acque. La struttura è composta da lastre di calcare inclinate verso il basso, sorrette da un muro in opera incerta, oggetto del consolidamento, e da un basamento composto da blocchi di calcare con ancora visibili gli incassi delle colonne che dovevano sostenere il tetto. Situato sul lato nord dell’acropoli, costituiva un ambiente di passaggio coperto con copertura che possiamo solo ipotizzare con colonne centrali e tetto piano. Il rinvenimento nell’area adiacente al portico di due blocchi con fregio a triglifi e metope conservati nel Museo di Alatri, testimonia probabilmente che il fregio del portico fosse di ordine dorico. Nel corso dell’ultimo intervento di restauro è stato trovato nella terra in mezzo a due blocchi squadrati della canala un nummo bronzeo ascrivibile cronologicamente tra il III e il IV secolo d.C.